Il Teatro Comunale di Bologna festeggia i duecento anni de "Il Barbiere di Siviglia" di Gioachino Rossini con una nuova produzione firmata dal regista Francesco Micheli, in scena fino al 15 maggio; un cast di specialisti rossiniani fra i quali René Barbera e Paolo Bordogna e sul podio Carlo Tenan. La replica del 10 maggio in diretta radiofonica su Rai Radio3.
Il Teatro Comunale di Bologna festeggia con un nuovo allestimento firmato dal regista Francesco Micheli i duecento anni dal debutto di una delle opere più celebri del repertorio, mai uscita dalla programmazione dei teatri di tutto il mondo: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, compositore formatosi musicalmente proprio a Bologna, al quale il teatro felsineo è tra l’altro particolarmente legato. Questa nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna con scene e luci di Nicolas Bovey, i costumi di Gianluca Falaschi e i video di Panagiotis Tomaras, è realizzato in coproduzione con la Greek National Opera di Atene, dove ha debuttato con successo a febbraio. Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna.
Il barbiere di Siviglia sarà in scena a Bologna fino al 15 maggio; sul podio Carlo Tenan e un cast di rilievo con interpreti rossiniani doc come Paolo Bordogna (Don Bartolo) e René Barbera (il Conte d’Almaviva), e ancora Julian Kim (Figaro) e Aya Wakizono (Rosina), mezzosoprano giapponese “fiore all’occhiello” dell’Accademia della Scala e dell'Accademia Rossiniana di Pesaro. La replica del 10 maggio sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio 3.
Rossini dà voce al bisogno di ribellione di un intero sesso e di un’intera generazione. Dentro quest'opera che compie duecento anni c’è il dinamismo dei giovani contro la stasi opprimente dei vecchi, in un susseguirsi di accesi contrasti; ancor prima che l'industria cinematografica inventasse il sistema dei 'prequel' e dei 'sequel' per sfruttare i titoli più fortunati, il Barbiere non è soltanto il più significativo esempio della ricezione delle Nozze di Figaro di Mozart ma ne rappresenta il ‘prequel’: Rosina passerà da prigioniera ribelle della casa di Don Bartolo a nostalgica Contessa, nuovamente prigioniera di quel palazzo e dell'amore per il quale aveva lottato.
La caleidoscopica trasposizione scenica di questa nuova produzione sfrutta lo sguardo verso il presente (Rosina), il passato prossimo (Figaro) e l'obsoleto (Don Bartolo e Don Basilio) attraverso riferimenti al mondo musicale del pop, dalla psichedelia al rock progressivo, al metal.